sabato 15 dicembre 2012

• Messaggio di don Armando Aufiero, Presidente della Confederazione CVS

Don Armando Aufiero (foto)
, Presidente della Confederazione CVS Internazionale invia ai CVS e a tutti gli iscritti un messaggio per il Santo Natale. "Per me, proprio per me Egli si è incarnato", Ed è proprio il mistero di Gesù fatto uomo che ci aiuta a riconoscere che la malattia e la sofferenza sono parte ineliminabile dell’esperienza di ogni persona. Messaggio Natalizio 2012 “Lasciati afferrare dal mistero storico della nascita di Gesù… Per me, proprio per me Egli si è incarnato” (Luigi Novarese). Sorelle e fratelli, l’avvicinarsi del Santo Natale ci consegna, accanto al presepe e all’albero, l’augurio evangelico: “Vi annuncio una grande gioia… è nato per voi un Salvatore” (Lc 2,10-11). Permettete che questo annuncio entri nelle vostre famiglie per deporlo in ogni cuore, come un dono, e che diventi anche il nostro augurio natalizio. È in questo clima di attesa e di ripresa che rivolgo, a nome del nostro Moderatore generale, don Janusz Malski, un particolare grazie a tutti Voi che svolgete il Vostro impegno apostolico e compito ecclesiale. In questi mesi di preparazione alla Beatificazione del nostro Padre Fondatore mons. Luigi Novarese stiamo trovando in Voi cordiale collaborazione e comunione. L’impegno della nuova evangelizzazione deve ulteriormente approfondire la coscienza di essere al servizio della Chiesa. Mons. Novarese ci suggeriva di ripetere lentamente assaporando il mistero che si dischiude: «Per me, proprio per me Egli si è incarnato». Ed è proprio il mistero di Gesù fatto uomo che ci aiuta a riconoscere che la malattia e la sofferenza sono parte ineliminabile dell’esperienza di ogni persona, sono un segno della nostra fragilità umana e, se vissute nell’amore ricevuto e donato, hanno un senso e un valore di salvezza. Nella tua sofferenza e nel tuo dolore è racchiusa una grande forza evangelizzatrice e missionaria. Tu puoi donare a tutti un apporto prezioso per ritrovare il senso nascosto nella malattia e nell’infermità. Con il tuo incontenibile amore alla vita, puoi mostrare quanto valga la vita che il Signore ci dona. Con la tua pazienza e speranza, puoi essere “maestro di vita” per ciascuno di noi e per l’intera società. Pregando e unendo le tue sofferenze a quelle di Gesù puoi collaborare con lui alla salvezza del mondo. A Natale le tue lacrime si confondono con le lacrime di Dio e la sua gioia diventa la tua gioia, gioia che nessuno può toglierti (cfr. Gv 16, 22), in questo memoriale sempre nuovo dell’incarnazione del Figlio di Dio. Ogni storia, infatti, ricomincia a Betlemme, dove Dio ha dato appuntamento ad ogni uomo. Perché a Betlemme nasce ed ha casa la nostra speranza. A Betlemme ogni vita ritorna nel circuito dell’amore di Dio. A Betlemme siamo fasciati da un grande silenzio: Maria e Giuseppe non parlano; i pastori ammirano; neanche Gesù, che è la Parola eterna fatta carne, parla nella notte di Natale. E’ il racconto del silenzio; è il silenzio stesso di Dio, che ci invita a contemplare e ad ascoltare le parole del creato, già parole di Dio. E siamo chiamati – perché sia Natale nella Chiesa – a fare della nostra vita la testimonianza, ad ascoltare il canto degli angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2, 14). Questo canto è il regalo della vita nuova, mentre contempliamo Maria che “nella notte di Natale prenderà Gesù e lo deporrà nel tuo cuore” (Luigi Novarese). Buon Natale, carissimi. Buon Natale! Responsabile per l’apostolato d. Armando Aufiero

sabato 8 dicembre 2012

Auguri

Il CVS "Don Franco D'Apollonio" di Lucera - Troia (Fg) si unisce in preghiera con tutta la comunità dei Silenziosi operai della Croce che oggi rinnovano i loro impegni associativi, in questo giorno solenne dell'Immacolata Concezione. Tanti auguri!

CON LA VERGINE MARIA ...........

Amici tutti, tra meno di un ora nella parrocchia di San Giacomo Magg.Ap in Lucera (Fg), una nostra sorella SODC di vita in famiglia Carolina D'Apollo rinnoverà in questo giorno solenne dedicato all'Immacolata, i suoi impegni associativi. Al più presto vi aggiorneremo....... Don Arturo

sabato 24 novembre 2012

"SUI PASSI DEL VENERABILE LUIGI NOVARESE"

Amici tutti, questa sera come CVS “Don Franco D’Apollonio “ di Lucera, sarermo ospiti della parrocchia di Santa Maria della Spiga (foto) in Lucera, per il consueto appuntamento di apostolato: “Sui passi del Venerabile Luigi Novarese”. Animeremo il Santo Rosario meditato con i pensieri di Mons. Novarese e la Santa Messa durante la quale presenteremo l’iniziativa e daremo il grande annuncio della Beatificazione del nostro fondatore, invitando i fedeli ad unirsi a noi.

sabato 10 novembre 2012

"SGUARDI OLTRE IL CONFINE...."

Questa sera il Centro Volontari della Sofferenza "Don Franco D'Apollonio" (foto) della diocesi di Lucera - Troia, vivrà uno dei tanti momenti di comunione di quest'anno Novaresiano sulla scia del tema pastorale di quest'Anno: "SGUARDI OLTRE IL CONFINE...." (foto) con la
celebrazione Eucaristica, nella parrocchia di Maria Santissima Assunta in Cielo -Basilica Cattedrale (foto) di Lucera. Alle 17,30 animeremo il Santo Rosario con le meditazioni del nostro fondatore e la Santa Messa alle ore 18,00. Ringraziamo di cuore il rev.do parroco della Chiesa Madre, Mons. Ciro Fanelli, molto legato alla nostra associazione che per anni ha lavorato pastoralmente con il nostro amato don Franco D'Apollonio.

PROGRAMAZIONE 2012- VALLELUOGO

Ecco alcune foto del convegno di programmazione del CVS tenutosi alla Casa Madre di Valleluogo il 21-22-23 sette
mbre 2012.

sabato 3 novembre 2012

ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DEI SODC

I Silenziosi Operai della Croce, dal 23 ottobre al 1 novembre 2012, si sono riuniti in Assemblea Generale, a Valleluogo di Ariano Irpino, nella Casa Madre dell'associazione. Durante la riunione assembleare sono state approvato delibere per il cammino formativo e apostolico della associazione ed è stato eletto il nuovo Consiglio dei SOdC. Nella riunione sono stati approvati alcuni documenti necessari per il cammino formativo e fatte molte considerazioni importanti per la vita associativa nel prossimo sessennio. Si è dato spazio all'approfondimento del dinamismo apostolico, in particolare quello che riguarda il Centro Volontari della Sofferenza. Infine è stato eletto il nuovo Consiglio di governo che risulta formato dalle seguenti persone: Moderatore Generale: don Janusz Malski Responsabile di ramo femminile: Marina Morosetti Vice-responsabile di ramo maschile: don Luigi Garosio Vice-responsabile di ramo femminile: Anna Maria Lanari Responsabile dell'apostolato: don Armando Aufiero Economo generale: don Giovan Giuseppe Torre Responsabile per il settore socio sanitario: Pierangela Cavallino Consigliere per la vita in famiglia: Gabriella Lumaca Vai alla scheda: Il Consiglio dei SOdC. La nostra preghiera aiuti tutta l'Associazione a percorrere con fedeltà e gioia le vie carismatiche tracciate dal Venerabile Luigi Novarese, in particolare quelle della santità. Grazie a tutti per la preghiera e la vicinanza.

giovedì 20 settembre 2012

Convegno Programmazione anno 2012-2013

Carissimi domani 21 settembre fino a domenica 23 a Valleluogo si terrà il Convegno nazionale di programmazione per l'anno pastorale 2012-2013 sul tema "L'universalità dei popoli e delle esistenze" . Al Convegno sono invitati a partecipare i Coordinatori regionali, i Responsabili diocesani, gli Assistenti diocesani, i membri dei Consigli diocesani e gli animatori dei Settori Giovanili. Ecco il programma della tre giorni trasmessoci dalla Delegata Nazionale CVS Italia, Resy Rizzini.PROGRAMMA Venerdì ore 18.00 Celebrazione eucaristica ore 19.30 Cena ore 21.00 Consegna materiale ai Responsabili diocesani. Scambio esperienze su eventi già realizzati nelle diocesi per l’anno novaresiano. Sabato 22 settembre ore 7.45 Celebrazione delle Lodi ore 8.15 Colazione ore 9.15 Apertura lavori e introduzione Resy Rizzini Delegato nazionale CVS Italia e ore 9.30 Saluto Presidente Confederazione CVS internazionale sorella Anna Maria Cipriano e Relazione formativo – apostolica: “SGUARDI-OLTRECONFINE- nel cuore del mondo, per tutto il mondo”. ore 10.30 Pausa – Risonanze in Assemblea ore 12.00 Celebrazione eucaristica ore 13.00 Pranzo ore 15.30 Relazione organizzativa Resy Rizzini Delegato nazionale CVS Italia. ore 17.00 approfondimento in aula ore 18,30 Don Giovanni Giuseppe Torre (SOdC): indicazioni pratiche e dettagliate dei giorni della beatificazione a Roma. ore 19.30 Cena ore 21.30 Incontro animatori dei settori giovanili verifica dei sussidi ed esercizi spirituali. Domenica 23 settembre
ore 8.00 Colazione ore 8.30 Preghiera iniziale Presentazione Programma Settori giovanili, LSM Ore 10,30 In aula: SOdC verifica esercizi spirituali 2012 e consegna calendario 2013. A parte Laboratorio Settori giovanili. Conclusioni e chiusura lavori di Resy Rizzini Delegato nazionale CVS Italia Ore 12,00 Celebrazione eucaristica con mandato e consegna sussidi ai Responsabili diocesani Ore 13:00 Pranzo PARTENZE

mercoledì 8 agosto 2012

MONS. NOVARESE: BEATO!

Pubblichiamo la circolare dei Silenziosi Operai della Croce riguardo la Beatificazione del Venerabile Servo di Dio Mons. Luigi Novarese. BEATIFICAZIONE DEL VENERABILE SERVO DI DIO MONS. LUIGI NOVARESE PROGRAMMA VENERDÌ 10 MAGGIO Nel pomeriggio arrivo dei diversi gruppi, sistemazione negli alloggi indicati e cena. Dopo cena: Veglia di preghiera in preparazione alla Beatificazione presso Chiese e Cappelle annesse o adiacenti ai diversi alloggi. SABATO 11 MAGGIO PATRIARCALE BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA Dalle ore 7,30 abbiamo la disponibilità della Patriarcale Basilica di San Paolo In seguito saranno definiti i tempi e le modalità con cui arrivare a San Paolo, il luogo dove è possibile la fermata per la discesa dei passeggeri ed i luoghi di sosta per i pullman. Tempo di preghiera e di preparazione alla celebrazione. Ore 10,30: Rito della Celebrazione di Beatificazione presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità Benedetto XVI Pausa pranzo (all’interno dell’area dalla Basilica) Ore 14,30: sempre nella Basilica di San Paolo: Festa del Ringraziamento Ore 17,00: Termine della Festa di Ringraziamento Ritorno ai propri alloggi, cena e pernottamento Per chi avesse problemi di orario per la celebrazione domenicale vi è la possibilità alle ore 18 di unirsi alla Celebrazione Eucaristica (Santa Messa d’orario della Basilica di San Paolo fuori le Mura) . DOMENICA 12 MAGGIO Appuntamento principale per tutti è l’ANGELUS con il Papa a Piazza San Pietro alle ore 12.00 ove ci sarà un saluto a ricordo del Beato e per quanti sono convenuti in Roma per la Beatificazione. Durante la giornata possibilità (in orari da concordare) di sostare in preghiera nel Santuario di Santa Maria del Suffragio in Via Giulia, dove è sepolto il Beato e visita delle stanze del Beato. Possibilità di celebrazione eucaristica nella vicina Basilica di San Giovanni dei Fiorentini o nelle messe di orario o in celebrazioni fissate dai vari gruppi nelle cappelle delle diverse Case. La Basilica contiene più di 1.000 fedeli. Alle ore 20.30 per i giovani e per chi desidera partecipare, ritrovo presso la Chiesa dei Santi Patroni poi San Gregorio ai 4 capi (Monte Savello) e fiaccolata per le vie di Roma fino alla tomba del Beato. LUNEDÌ 13 MAGGIO Ore 10,30: Basilica di San Pietro: Solenne concelebrazione di rendimento di grazie presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica e Vescovo aggregato ai Silenziosi Operai della Croce Nel pomeriggio possibilità di visitare la Casa Regina Decor Carmeli dove il Beato ha concluso la sua esistenza terrena il 20 luglio 1984 Conclusione dell’evento Beatificazione. SISTEMAZIONE ALBERGHIERA E COSTI Nell’attuale difficile situazione economica il Comitato per la Beatificazione ha privilegiato la ricerca di ospitalità presso Case di accoglienza tenute da Religiosi. Tutte le camere con servizi interni. In ogni Casa vi sono almeno due camere con servizi per disabili. Nell’intento di venire incontro alle difficoltà di persone provenienti da fuori Roma si è fatto carico della prenotazione dei posti e del versamento dei congrui anticipi richiesti per prenotazione e costi fissati in anticipo di quasi un anno. Una precedente lettera inviata da sorella Anna Maria Cipriano non ha ottenuto che la risposta di sei Diocesi per circa 350 partecipanti. Era Pasqua e non vi era la data della Beatificazione. Ora il programma è definito in ogni sua parte. Sarebbe utile per l’organizzazione iniziare ad avere qualche dato maggiormente preciso sul numero dei partecipanti. Noi abbiamo fissato 3.000 posti ma per ora ne abbiamo confermati solo 1.000 per i quali abbiamo versato il 30% di caparra sul costo definitivo. Non vi chiediamo (per adesso) nessuna caparra, ma - sicuri che alle prenotazioni vostre seguiranno le conferme - vorremmo stabilire un calendario dei reciproci impegni. Mese di luglio: invio della presente circolare Fine agosto: invio da parte dei diversi CVS di una “pre-adesione” indicante anche (sempre in maniera presunta) il numero delle persone in barella o carrozzina. Durante gli incontri di programmazione a Re e a Valleluogo: maggiori delucidazioni e impegni da parte dei CVS. Entro ottobre prenotazione dei posti e versamento della quota di prenotazione. Entro marzo definizione dei posti e versamento del saldo delle quote. NOTA IMPORTANTISSIMA: i posti che sono stati ora prenotati sono certamente meno cari di quelli che potremmo prenotare in seguito. Anticipare (con una certa sicurezza di presenze) i posti per tempo assicura un costo minore. Certamente, per chi si prenoterà in una fase successiva, la quota di iscrizione sarà più elevata. Pensiamo che la quota di iscrizione completa per l’evento Beatificazione sarà circa - sono ancora da definire alcuni costi - di 180 Euro (225 euro con pernottamento in camera singola) compresivi di: Pernottamento e mezza pensione dal venerdì sera al lunedì mattina. Pranzo buffet del giorno 11 maggio Pranzo con cestino dei giorni 12 e 13 maggio Kit del partecipante. È eventualmente possibile, prevedendo un costo ulteriore, aggiungere: Ulteriori pernottamenti prima o dopo l’evento. Pranzo al ristorante i giorni 12 e 13 maggio. Visita ai Musei Vaticani o ad altri luoghi storici. Il programma è stato elaborato su tre giorni per vivere in comunione d’intenti tre giorni d’intensa spiritualità è speriamo che vi sia larga convinta partecipazione. Per soggiorni più brevi considerare per un giornata 60 euro più il kit del partecipante (15 euro) Per 2 giorni 120 euro più il kit del partecipante (15 euro) ATTENZIONE: a causa delle recenti disposizioni di legge per ogni pernottamento sono da versare al Comune di Roma 2 euro per tassa di soggiorno. È esente da tale gabella la Fraterna Domus che non è in Roma ma in Sacrofano. per Il Comitato per la Beatificazione del Venerabile Servo di Dio monsignor Luigi Novarese don Giovan Giuseppe Torre Scheda di preadesione (da spedire alla Direzione Generale entro fine agosto 2012) Diocesi:_______________________________________________________ Partecipanti: __________________________________________________ Persone disabili: - in barella: _____________________________________________ - in carrozzina: __________________________________________ Giorno di arrivo: ______________________________________________ Giorno di partenza: ____________________________________________ Servizi richiesti a Roma: Pullman: Note:

PESCA DI BENEFICENZA

Pubblichiamo le prime foto della Pesca di Beneficenza organizzata dal CVS di Lucera- Troia presso i locali della chiesa di Sant'Antonio Abate. L'inaugurazione è avvenuta sabato 4 agosto alla presenza del Vicario Generale, Mons. Ciro Fanelli.

domenica 5 agosto 2012

UN GIORNO A VALLELUOGO

Carissimi sono stato qualche giorno a Valleluogo dove si sono tenuti gli Esercizi Spirituali. Il momento suggestivo è quello della fiaccolata dalla Casa al Santuario.

martedì 31 luglio 2012

PESCA DI BENEFICENZA

Dal 4 al 12 agosto 2012 sarà allestita nei locali della chiesa di Sant'Antonio Abate (foto) in viale Federico II nei pressi della villa comunale di Lucera una pesca di beneficenza a cura del CVS DI Lucera, in occasione dell'Anno Novaresiano nel quale ci stiamo preparando alla Beatificazione del nostro Fondatore il Venerabile Luigi Novarese che avverrà sabato 11 maggio 2013 in Roma. L'inaugurazione della pesca avverrà sabato 4 agosto alle 20,30

venerdì 20 luglio 2012

IL GIORNO DELLA NASCITA AL CIELO

Carissimi amici, con grande gioia e fraternità uniamoci alla grande famiglia dei SODC e del CVS per ricordare nella preghiera e con affetto il nostro caro ed amato fondatore, il Venerabile Mons. Luigi Novarese nel 28° anniversario della sua nascita al cielo.

lunedì 4 giugno 2012

IL GRANDE GIORNO

Carissimi, come già sappiamo, Sua Santità Benedetto XVI il 19 dicembre 2011, dopo il riconoscimento dell’eroicità della vita e delle virtù e l’esito positivo della Commissione Medica del 13 gennaio 2011 e quella dei teologi del 7 giugno 2011, che ha riconosciuto il presunto miracolo avvenuto nel 2002 per intercessione di mons. Novarese relativo alla guarigione di Graziella Paderno, 57 anni, residente a Palestro (Pavia), Sorella degli Ammalati del CVS di Vercelli, ha firmato il decreto per la Beatificazione. Il 31 maggio scorso Festa della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta è stata ufficializzata la data della Solenne Beatificazione del nostro Padre Fondatore Mons. Luigi Novarese, che avverrà sabato 11 maggio 2013. La Solenne Concelebrazione Eucaristica sarà presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Cardinal Tarcisio Bertone Segretario di Stato Vaticano, nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura in Roma. La Famiglia dei Silenziosi Operai della Croce, la Lega Sacerdotale Mariana e il Centro Volontari della Sofferenza esultano di gioia lodando Dio per i suoi immensi doni. Alla nostra gioia terrena si unisce quella della Cofondatrice Sorella Elvira Myriam Psorulla e dei nostri indimenticabili assistenti diocesani don Pasquale Gelormino e don Franco D’Apollonio. Nei prossimi numeri, vi aggiorneremo dettagliatamente sul programma che sarà elaborato dalla Direzione Nazionale. don Arturo Di Sabato

lunedì 28 maggio 2012

Preghiere e offerta per sostenere il Papa e la Chiesa

Notizie della Confederazione Uno degli scopi della preghiera degli appartenenti al CVS è il sostegno al Papa, alla sua opera pastorale e alla Chiesa. Sappiamo che questo deriva dal messaggio di Fatima a cui ha fatto riferimento, fortemente, il Venerabile mons. Luigi Novarese. Chiediamo la sua intercessione, mentre intensifichiamo le nostre preghiere e l’offerta delle sofferenze, per sostenere il Papa e la Chiesa in questo momento particolare.

domenica 27 maggio 2012

Inaugurata la Casa della Formazione a Mouda

(da www.sodcvs.org) Insieme a tutti voi vogliamo condividere la gioia dell’inaugurazione della Casa di Formazione che avverrà il 17 maggio a Mouda, Cameroun. Si aprono nuovi orizzonti per tutta l’associazione e per l’annuncio del nostro carisma e azione apostolica. Certi che siamo tutti uniti, affidiamo alla Vergine “Notre Dame Reine d’Afrique”, alla quale è intitolata la casa, il nostro cammino e quello delle nuove speranze. Antonietta Aufiero.

lunedì 14 maggio 2012

CONSIGLIO CVS

Questa sera alle ore 19,00 c'è il Consiglio diocesano del Centro Volontari della Sofferenza!

giovedì 10 maggio 2012

MESE DI MAGGIO CON MARIA

Riportiamo anche in questo gruppo quanto ci è stato indicato per la preghiera mariana (www.luiginovarese.it) Al termine della preghiera del Santo Rosario, ogni giorno, invochiamo la Vergine santa con le parole del Venerabile Luigi Novarese estratte da Preghiere ed Esortazioni. I SETTIMANA Quanta confusione in me! La vita che dovrei vivere è così diversa dall’attuale. L’ambiente che mi circonda è tutto contraddizione! In questa sera, in cui mi pare di sentire il tuo richiamo Guardo te, o Madre, e mi sento l’animo tanto vuoto. Anch’io voglio inginocchiarmi dinanzi a te, anche se nulla ho da offrirti. Mi pare di comprendere che sopra di me ci siano delle realtà che ancora non vedo, dinanzi cui però sono incamminato. Non badare ala mia passività, alla mia miseria; nemmeno Gesù ha considerato la miseria morale di quella povera donna colta in adulterio. Tu sei Madre! Una Madre comprende sempre, veglia, attende, non abbandona. Prendimi per mano e rialzami. Accanto a te, sotto il to sguardo mi sento più fiducioso. Sei tu che infondi in me una speranza nuova. Accanto a te, anche la mia vita di dolore sarà meno pesante, meno vuota. Anche tu, Madre, avrai una gioia nuova: un figlio in più, che ti comprende, che ti ama, che ti serve. II SETTIMANA Aiutami, o Madre, a vedere nel buio dell’anima mia, fa che il mio sguardo non sia limitato a me stesso. Il dolore mi afferra e pare che la mia vita sia terminata, ma tu mi dici che non è così, che ci sono ancora delle possibilità anche per me. Come è possibile questo, quando il buio e l’isolamento sono dentro il mio cuore E l’oscurità più cupa riempie il mio giorno? Schiudimi i veli della fede, fa che veda al di là delle cose della terra e sotto la tua guida possa comprendere che tutto non è ciò che vedo. Tu mi dici che ci sono orizzonti nuovi, possibilità nuove, attività e conquiste oltre quelle della materia. Che io comprenda queste realtà, che io sappia e possa uscire da me stesso Per riempire il mio isolamento e dare anch’io, sia pure da questo letto, isolato, dalla mia antica cerchia di vita, il mio apporto per tutti. III SETTIMANA O Vergine Maria, che a Fatima, altare del mondo, ci hai donato un messaggio di preghiera, di penitenza e di pace, tutto io mi dono a Te per vivere come Gesù con te e accanto a te il mio calvario di lavoro e di dolore. Sostienimi, aiutami, dirigimi, proteggimi. Sono tuo come tuo è Gesù, ieri, oggi e sempre. Disponi del mio dolore, ti appartiene. Disponi per la salvezza del mondo. IV SETTIMANA Salve, o Vergine, augusta Regina del cielo e della terra! Gloriosamente assunta in cielo, cresta Regina dalla SS.ma Trinità, che ti ha voluta sì bella e potente, associandoti al suo piano redentivo! L’umanità intera, nella guida dell’indefettibile Pietro, vicario visibile del tuo Gesù, ufficialmente ti riconosce oggi quale sua assoluta Sovrana! Regina lo eri fin dall’inizio della tua missione corredentrice, perché unita a Gesù nel piano della lotta e della Croce, perché unita a lui nel trionfo sulla natura e sulla morte! Madre di Cristo Re, Regina dunque anche tu, soave Regina dei fedeli, “Regale sacerdozio di Cristo!” Tutto è sottomesso a te per grazia; lo stesso Figlio di Dio ha voluto prendere corpo per tuo mezzo ed essere suddito fedele a te, lui, il tuo Redentore ed il tuo Dio! O Regina del cielo e della terra, con questa esultanza ti riconosciamo quale nostra Sovrana! Siamo orgogliosi e felici di questa nostra sudditanza, lieti di poter imitare Gesù, fratello e modello nostro nella sua sottomissione a te, o Vergine umile, Vergine dolce più che qualunque creatura! V SETTIMANA Salve, o Vergine, augusta Regina del cielo e della terra! Morire vorremmo piuttosto che sfuggire al tuo impero, o dolce Sovrana dell’universo! Noi, per il riconoscimento della tua regalità in tutti i cuori, vogliamo essere la schiera di azione! Vogliamo, come Gesù e come te, regnare dall’alto della nostra croce, della nostra sofferenza, pegno a noi pure di trionfo futuro! Regna dunque su di noi, o dolce Regina! Regna sempre, regna ovunque, regna su tutti i cuori! Rendici tuoi servi fedeli, servi docili, servi umili! La nostra vita, inequivocabilmente, la offriamo a te, o dolce Sovrana nostra, perché tu di noi disponga per la maggior gloria di Dio, per l’estensione del Regno di Cristo, per la salvezza di tante anime! E così sia

domenica 6 maggio 2012

"SUI PASSI DEL VENERABILE LUIGI NOVARESE"

Amici carissimi, a voi tutti buona domenica. Ieri il CVS di Lucera- Troia è stato ospite nella parrocchia di San Pio Decimo in Lucera, per il consueto appuntamento mensile: "Sui passi del Venerabile Luigi Novarese". Durante la celebrazione è stato amministrato anche l'unzione degli infermi. Ringraziamo ancora una volta il parroco don Vincenzo Onorato per la sua preziosa ospitalità.

mercoledì 2 maggio 2012

Convegno nazionale del CVS a Collevalenza

(28 aprile - 1 maggio 2012) Cari amici, sono tornato ieri dalla bellissima esperienza del Convegno nazionale del Cvs a Collevalenza, in Umbria. Segue il programma e le foto PROGRAMMA “Comunicare la fede nel tempo della sofferenza. Il contributo di mons. Luigi Novarese”. Sabato 28 aprile 2012: “…erano in camminoOre 18.00 Concelebrazione Eucaristica Ore 20.00 Cena Domenica 29 aprile: “…col volto triste” Ore 08.00 Colazione Ore 09.00 Preghiera introduttiva Introduzione ai lavori: Resy Rizzini (Delegata Nazionale del CVS in Italia) Ore 10.00 Prima relazione: “La sofferenza interroga la fede” (don Pier Davide Guenzi) Ore 11.00 Coffee break Ore 11.30 Ripresa dei lavori Ore 13.00 Pranzo Ore 15.30 Laboratorio: “Come la sofferenza prova la mia fede” (a cura di don Pier Davide Guenzi) Per i Responsabili Diocesani, Assemblea Nazionale CVS Italia, come da convocazione. Ore 18.30 Concelebrazione Eucaristica Ore 20.00 Cena Ore 21.00 Proiezione del film: “Quasi amici” di Olivier Nakache. Lunedì 30 aprile: …un “cuore” che “arde” Ore 08.00 Colazione Ore 08.45 Concelebrazione Eucaristica Ore 10.30 Terza relazione: “La valorizzazione della sofferenza, come forma della fede provata” (Mons. Carlo Rocchetta) Ore 11.30 Coffee break Ore 12.00 Dialogo con il relatore Ore 13.00 Pranzo Ore 15.30 Tavola Rotonda: “La fede si racconta…” (con Paolo Marchiori – Floriano Scioscia – Zelinda Elmi – Mauro Anselmo) Ore 18.30 Conclusioni: a cura della Delegata Nazionale ed equipe Ore 20.00 Cena Ore 21.30 Festa insieme a cura dei giovani Martedì 1 maggio: “…partirono senza indugio” Ore 08.00 Concelebrazione Eucaristica Ore 09.00 Colazione Partenze

lunedì 23 aprile 2012

"SUI PASSI DEL VENERABILE LUIGI NOVARESE"

Carissimi, buona settimana a tutti! Ieri splendido appuntamento "Sui passi del Venerabile Luigi Novarese" nella parrocchia di Cristo Re nel quarto incontro per vivere al meglio quest'anno novaresiano. Alle ore 18,00 c'è stata la preghiera del Santo Rosario meditato con i pensieri di Mons. Novarese. Alle ore 18,30 Santa Messa riflettendo sulla Liturgia della Parola a confronto con gli scritti e l'operato del nostro fondatore. Dopo la Santa Messa la consueta foto di gruppo con il parroco che ci ha ospitato. Il prossimo incontro sarà il 5 maggio nella parrocchia di San Pio Decimo in Lucera (Fg)

giovedì 19 aprile 2012

IL ROSARIO

Venerabile Mons. Luigi Novarese (L’Ancora: n. 9/10 - settembre/ottobre 1959 - pag. n. 2-5) La recente Enciclica del Santo Padre sul Santo Rosario ci porta ancora una volta a considerare la bellezza e necessità di questa devozione. É, infatti, la devozione più bella, che continuamente fiorisce tra i cristiani; la devozione inoltre caratteristica del nostro Centro. Nel Santo Rosario meditiamo vicino a Maria Santissima l’amore misericordioso di Gesù che si immola per noi fino alla morte di Croce e l’amore della Madre nostra celeste, che ha accettato di essere la Corredentrice. Volendo noi attuare le richieste rivolte da Maria Santissima a Lourdes ed a Fatima, necessariamente dobbiamo prendere, quale punto di partenza, le Sue parole ed i Suoi insegnamenti a Santa Bernardetta ed ai tre pastorelli di Cova di Jria. La «Bianca Signora» appare alla piccola Soubirous con il rosario al braccio e dà il via alle apparizioni con un ampio segno di croce, fatto, tenendo in mano il crocifisso della corona che le pendeva al braccio. In tale atteggiamento Maria Santissima è stata riprodotta in una magnifica Statua di marmo a Lourdes, posta dinanzi alla Cappella delle Confessioni, al lato destro del Santuario. La Madonna inoltre si è degnata di recitare la corona con la piccola Bernardetta, mentre ai tre pastorelli di Fatima ne ha richiamato la recita attenta e devota. A Francesco promette il Paradiso « dopo che avrà recitato tanti rosari ». Per meglio comprendere l’importanza del Rosario nella nostra Associazione consideriamo gli impegni che assume, chi dà l’adesione al Centro Volontari della Sofferenza. L’attività nostra di ammalati, iscritti al Centro Volontari della Sofferenza, si svolge in un piano evidentemente soprannaturale e precisamente in tre modi: 1) L’iscritto al Centro si propone di vivere in “ grazia di Dio “ per essere spiritualmente operante. E, per quanto riguarda questo impegno vi è nulla di particolare, né di speciale, poiché ogni uomo che nasce alla vita della « grazia », mediante il Santo Battesimo, si impegna a vivere da morto al peccato ed a combattere la concupiscenza per far trionfare sempre in sé la vita di Dio. La « grazia », vita di Dio in noi, è la base della vita soprannaturale ed è la condizione essenziale della nostra produttività spirituale. Questo impegno è quindi basilare per chi vuol far parte dell’Associazione. Soltanto vivendo in « grazia » si diventa soggetto d’azione, ossia si agisce personalmente mediante l’offerta della propria sofferenza, santificata appunto dalla grazia. 2) La seconda caratteristica del Centro Volontari della Sofferenza, caratteristica che lo distingue da qualsiasi altra associazione di ammalati o per ammalati, sta nella risposta che ogni iscritto dà a Maria Santissima, per attuare le sue richieste rivolte a Lourdes ed a Fatima. Alla Vergine Immacolata che domanda penitenza per la conversione dei peccatori, che chiede riparazione per i tanti peccati che offendono il cuore di Gesù ed il Suo Cuore Immacolato, che vuole preghiere per il Papa ed i Sacerdoti, l’ammalato iscritto al Centro offre il frutto della sua spirituale attività: « il proprio dolore vissuto in grazia ». In questa seconda nota caratteristica sta la « volontarietà » dell’iscritto: mettere a disposizione di Maria Santissima tutta la propria soprannaturale attività per attuare quanto Ella ha domandato. Chi si iscrive al Centro non dà una intenzione particolare alla propria sofferenza ma l’accetta e la offre alla Madonna per le finalità indicate da Lei. Le finalità esposte dalla Vergine Santa, del resto, sono così generali e così vaste che non è possibile trovarne altre che in qualche maniera non entrino in quelle già da Ella stessa indicate. Il programma spirituale del Centro è quindi essenzialmente mariano; le parole che costituiscono la “ carta del lavoro “ — sempre in piano spirituale ben inteso — dei nostri ammalati sono le parole della Madonna. Entrare a far parte dei Volontari della sofferenza vuol dire solennemente promettere di vivere in « grazia» e « volontariamente » donare tutto a Maria Santissima per l’attuazione delle sue tre grandi finalità. 3) Il terzo settore, in cui agisce il Volontario della Sofferenza, è quello della preghiera. La Madonna a Lourdes ha chiesto preghiera e penitenza, e così pure a Fatima. La penitenza è attuata dall’offerta del proprio dolore nella maniera indicata dal secondo punto, la preghiera invece costituisce un vero e proprio settore di attività. Nello statuto infatti dei Volontari della Sofferenza si parla di offerta rinnovata al Signore per mezzo di Maria Santissima del proprio dolore e di recita quotidiana della Corona. Anche questo impegno è caratteristico nell’Associazione. Nè si potrebbe parlare di attuazione della volontà della Madonna se sì trascurasse la devozione che Ella stessa ha espressamente richiamato.La devozione del Rosario tra i Volontari della Sofferenza non può essere ignorata, né tanto meno trascurata. Lo statuto fa comprendere che l’impegno della recita della corona non è un impegno « assoluto », ma compatibile con lo stato della malattia.La parola « possibilmente »non vuoi dire che sia una devozione che si cerca di far comprendere a coloro che si iscrivono, ma sta ad indicare che se un infermo, per ragioni dì malattia, di indisposizione momentanea o di accentuazione del proprio dolore, non può recitare in quel dato giorno la Corona, non deve crearsi un’angustia d’animo. Lo statuto incoraggia la recita della Corona: la corona è la recita delle cinque poste, mentre il Rosario delle 15. Il Santo Padre nella Sua recente Enciclica dice espressamente, che Egli fin dalla gioventù ha preso la bella abitudine di recitare il Rosario intero — ossia le 15 poste — tutti i giorni, cosa, che egli ha continuato a fare sempre come espressamente ha detto nella stessa Enciclica. Dopo il paterno richiamo del Santo Padre alla devozione base della nostra Associazione dobbiamo fare un serio esame sul modo con cui pratichiamo questa devozione. Può essere che questa chiarificazione di impegni dei Volontari della Sofferenza rallenti un po’ gli entusiasmi ed il numero sempre crescente delle iscrizioni, ma ciò non è un male. Anzi è precisa intenzione della Direzione di richiamare sempre di più gli iscritti ad una osservanza molto fervorosa dei propri obblighi, per cui è preferibile che da 50.000 si scenda anche a poche migliaia di iscritti pur di fedelmente attuare c1iìanto la Vergine Santa ha domandato. Se poi invece questo richiamo farà sì che tutti gli aderenti diventino strumenti sempre più efficienti nelle mani della Madonna per l’unione di tutti gli ammalati del mondo, allora sia benedetto il Signore! Si vedrà così la schiera silenziosa degli ammalati, allineati con Maria Santissima in solenne impegno di corredenzione per bilanciare i tanti peccati dell’umanità. In questo caso la schiera dei Volontari della Sofferenza sarà la schiera della Madonna, una schiera « forte e terribile come esercito schierato a battaglia ».

lunedì 16 aprile 2012

"SUI PASSI DEL VENERABILE LUIGI NOVARESE"

Carissimi, anche questo mese ci incontreremo per il tradizionale appuntamento:"Sui passi del Venerabile Luigi Novarese, presso la parrocchia di Cristo Re, Via Giordano Bruno,1. Domenica 22 aprile (III di Pasqua) alle ore 18,00. Non manchiamo! Don Arturo.

lunedì 12 marzo 2012

Pubblichiamo le foto del terzo incontro dell'iniziativa "Sui passi del Venerabile Luigi Novarese" che ieri abbiamo presentato nella parrocchia di Santa Maria Assunta in Biccari (Fg)

sabato 10 marzo 2012

"SUI PASSI DEL VENERABILE LUIGI NOVARESE..."

Carissimi amici e fratelli del CVS, pubblichiamo il programma del terzo incontro mensile dell'iniziativa dal titolo "SUI PASSI DEL VENERABILE LUIGI NOVARESE". Per il terzo incontro saremo ospiti domani 11 marzo (terza domenica di Quaresima) nella parrocchia Santa Maria Assunta in Biccari(Fg)una delle trentarè parrocchie della diocesi. Programma: Ore 18,00: Santo Rosario meditato con i pensieri del nostro Fondatore. Ore 18,30: Santa Messa presieduta -dall'assistente diocesano- durante la quale tre simpatizzanti del gruppo parrocchiale di Biccari faranno la loro adesione. Vi invitiamo tutti a non mancare a questo appuntamento di grazia, col quale ci prepariamo sempre intensamente alla Beatificazione del nostro Padre Fondatore.

mercoledì 7 marzo 2012

NECESSITA' DELLA RIPARAZIONE

Venerabile Mons. Luigi Novarese L’Ancora: n. 6/7 - giugno/luglio 1981
Il richiamo dell'Immacolata alla necessità ed all'impegno personale alla penitenza rjivolta alla piccola Bernardetta Soubirous ed ai tre Pastorelli di Fatima, dopo il doloroso evento del 13 maggio scorso del gravissimo attentato al S. Padre che ha toccato il Cuore di tutta a cristianità, riveste una particolare responsabilità ed urgenza di applicazione. Per illustrare il punto importante della necessità della penitenza nel Messaggio messianico che investe l'impegno personale alla santità e 1'efficacia dell'evangelizzazione, con gioia e riconoscenza la nostra Direzione ha accolto il dono del Rev. Padre Giovanni Costa s.j. del volume da lui con tanta sapiente esperienza scritto “ Riparazione fantasia o realtà?” Il volume è stato da noi pubblicato proprio in questi giorni e totalmente rientra nel tema che sto trattando in questo articolo. Il periodo poi del Pellegrinaggio Sacerdotale a Lourdes nella vita del Centro Volontari della Sofferenza è un periodo forte in cui tutti siamo invitati a fare un serio esame sulla reale penitenza - morale e fisica - che ciascuno di noi si è proposto di compiere e in realtà compie per la propria santificazione e per una più forte e più rapida ripresa per la vita della Chiesa. Il volume di Padre Costa che oggi il Centro presenta a tutti i propri iscritti vuole essere - come in realtà lo è - un validissimo strumento di lavoro e di chiarificazione a tale riguardo. Non si tratta quindi di presentare un volume, ma di caldamente suggerire un mezzo pratico ed efficace per prendere coscienza della personale e collettiva responsabilità alla vita penitenziale. L’esimio Autore, del resto, non dubita di affermare che “ la dottrina della riparazione, perché sia valida, dovrà scendere dal livello teorico e trovare conferma nella sua applicazione “. Santa Margherita Maria Alacoque e numerosissime altre anime annoverate nel catalogo del Santi, o viventi con il loro entusiasmo giovanile attorno a noi, confermano che la creatura con gioia si unisce al divin Redentore per continuare e completare nel tempo il piano della riparazione che redime, salva, santifica. Non è forse questa la testimonianza quotidiana di migliaia di ammalati che comprendono e vivono nel Centro Volontari della Sofferenza la Sapienza della Croce ? Masochismo? Ma No! E' scoperta ed approfondimento del Piano della Salvezza, vissuto con Cristo, in tutte le sue dimensioni. Paolo VI, a suo tempo, non ha dubitato di ammonire: “ una parola, estremamente severa, ma in fondo estremamente confortante, una parola di Gesù batte oggi alla porta della nostra coscienza ed è questa: se non farete penitenza, voi perirete tutti allo stesso modo “, (Lc13,5) (11.2. 1970). Ciò che inonda poi il nostro cuore della più profonda gioia e ci anima a camminare senza stancarci mai nella via della riparazione è la meravigliosa realtà del Corpo Mistico: “ Il nostro Salvatore, governando da se stesso la Chiesa in modo invisibile, vuole essere aiutato dalle membra del Suo Corpo Mistico nell'esecuzione dell'opera della Redenzione “, (Mistici Corporis, 42). Ma la riparazione riguarda soltanto un determinato periodo della storia presente o passata? E' una domanda che si impone. Ogni membro, quindi del Corpo Mistico, in forza della sua soprannaturale unione con Gesù Cristo è tenuto a vivere l'idealità e la missione del Capo, cui è congiunto, ben comprendendo che il vocabolo “ Capo “ non sta ad indicare un condottiero, o il capo di un popolo, ma la testa, il capo del corpo, che impegna tutto l'organismo in una sola direttiva. Gesù Cristo, Capo del Corpo Mistico, impegna tutte le membra a sentire con Lui e come Lui, vivendo nel tempo le sue dimensioni di carità. Con molta precisione risponde P. Costa: “ il crescendo dell'impegno di riparazione non sarebbe esatto attribuirlo soltanto alla tendenza di copiare e riprodurre qualcosa di bello accaduto nel passato, ma dobbiamo vederci l'azione dello Spirito Santo che guida la crescita quantitativa, ma soprattutto qualitativa della Chiesa per farla arrivare (Ef 4,13) allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo “. E questo perché “ l’uomo, secondo le leggi della nature, è condannato a morte; l’uomo che vive nella prospettiva dell'annientamento del suo corpo, quest'uomo esiste in pari tempo nella prospettiva della vita future ed è chiamato alla glorla” (Giovanni Paolo II 1 XI.1978). La morte in se stessa è stata vinta, me resta nella sue realtà penitenziale, che va santificata, diventando, in unione a Gesù Cristo, mezzo di riscatto e di santificazione. La via della riparazione che porta alla vita soprannaturale ed eterna, reale come quella che ora viviamo, “ per forza " passa per il venerdì santo. Passa attraverso la Croce. Per questo “ la Chiesa la circonderà con il corpo della sua viva comunità, la circonderà con la fede degli uomini, con la loro speranza e con il foro amore. La Chiesa porterà con Cristo la croce attraverso le generazioni. Renderà testimonianza ad essa. Ad essa attingerà la vita. Della croce crescerà con quella misteriosa crescita dello Spirito, che nella croce ha il suo inizio. La Chiesa crescerà dalla croce come il corpo misterioso-mistico, di Cristo, completando la croce “ (Giovanni Paolo II, 30.3.1980). Oggi nella visione di Giacinta di Fatima, la quale aveva visto il Papa con il vestito macchiato di sangue, abbiamo constatato che anche il Vicario di Cristo è unito più che mai alle membra doloranti del Corpo Mistico per 1'espansione della Chiesa e per la purificazione di tante membra cristiane, che di cristiano hanno soltanto il nome, nella consapevolezza della validità sempre attuale del principio Paolino, “ senza effusione di sangue, non c'è remissione “. Me resta il dolore per certi oltraggi e sacrilegi che fanno male e profondamente offendono i nostri sentimenti di fedeli e proprio perché fanno male ed offendono i nostri sentimenti più profondi di fedeli, esigono e richiedono vera e profonda riparazione.

lunedì 5 marzo 2012

LE VIE DEL SIGNORE

Venerabile Mons. Luigi Novarese (L’Ancora: n. 7 - luglio 1963) Edificati e profondamente addolorati, abbiamo seguito gli ultimi giorni del « Papa buono », Giovanni XXIII, che è passato accanto a noi, proprio come il Divin Maestro, facendo del bene. L’umanità attratta per così rara bontà, quasi tratteneva il respiro in quei giorni strazianti di agonia, mentre migliaia di figli, in piazza S. Pietro, in orazione, vegliavano in preghiera senza sosta accanto al Padre. Giorni di smarrimento seguirono i giorni di lutto; giorni di preghiera e di fiducia incrollabile nelle parole del Signore, “ i cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno mai “. Lo Spirito Santo sarebbe intervenuto; lo Spirito Santo aveva già dinanzi a Sè l’eletto, preparato attraverso le cause seconde per essere il Vicario visibile del Cristo. Gli uomini docili alla divina grazia elessero infatti quello che « in Domino » credevano il più adatto a reggere la Chiesa Santa di Dio. Paolo VI risultò l’eletto del Signore. Inutile dire la gioia del popolo intero. La Sua lunga e silenziosa preparazione al supremo soglio di Pietro è nota a tutti. Il Suo raro intuito e la Sua fine e delicata capacità umana e sacerdotale di far presa sul cuore degli uomini, è stata sperimentata da molti. La successione del Vicario di Cristo avveniva nel momento della preparazione del nostro pellegrinaggio sacerdotale a Lourdes; avvenimento questo che già altre volte ci aveva fatto sentire vicino il cuore del Papa. Paolo VI però già conosceva l’apostolato del Centro Volontari della Sofferenza, già era al corrente dei pellegrinaggi sacerdotali a Lourdes e questo non per sentito dire, ma per avere direttamente ed efficacemente partecipato alle prime pietre dell’apostolato, ottenendo proprio da Pio XII i primi appoggi tanto per l’apostolato dei volontari della Sofferenza, quanto per il pellegrinaggio dei sacerdoti ammalati a Lourdes. Fu proprio l’allora Sua Eccellenza Montini, Sostituto della Segreteria di Stato a rispondermi che vedeva bene un apostolato tra i sofferenti, nelle linee che sono rimaste immutate fin dal nascere. Fu ancora Sua Eccellenza Mons. Montini a presentarmi a Pio XII a Castel Gandolfo in occasione del primo Messaggio Pontificio agli ammalati. Ed è stato quello il primo incontro con il Pastore Angelico: — Ecco Don Novarese, che si interessa degli ammalati, disse Mons. Montini. Ed il Papa:— So quanto fa tra gli ammalati, sono contento, continui, benedico. Da allora, quanto lavoro! La benedizione del Pastore Supremo era la nostra forza. Il settore della Radio trasmissione dal Vaticano, « Quarto d’Ora della Serenità » porta la Sua impronta, non solo nella concessione, ma nella stessa pratica impostazione di una trasmissione che fu la prima a distaccarsi dall’unica emissione, diffondere la voce del Papa nel mondo. Era la carità del Papa che scendeva accanto ad ogni ammalato, e, attraverso le Sue disposizioni, leniva i dolori di tanti Suoi figli e diceva una parola di conforto. Anche la nostra rivista porta l’espressione della premura dell’allora Sostituto della Segreteria di Stato, Mons. Montini e della carità di Pio XII. La Benedizione Apostolica che venne pubblicata fin dal 2° numero della nostra rivista ben dice la presenza del Vicario di Cristo anche in questo settore. Tutto quello che si è svolto nell’Apostolato, tutto è passato sotto lo sguardo prudente e profondamente sacerdotale di Sua Eccellenza Mons. Montini e da Lui tutto è passato all’esame del Papa. I passi, uno dopo l’altro ci hanno introdotti nella strada che ora stiamo percorrendo, sorretti dall’aiuto di chi con tanto amore ci aveva sostenuti.- «Dica agli ammalati di pregare per me» — così Paolo VI, mi disse proprio lo stesso giorno della Sua elevazione al Pontificato. « Ne sia certo, Beatissimo Padre », gli risposi con tutto lo slancio del mio cuore e con la più grande gratitudine, fin da quel momento, in cui mi trovavo in ginocchio ai Suoi Piedi con le mie mani nelle Sue ho posto a disposizione del Vicario di Cristo le preghiere e le sofferenze di tutti gli ammalati del Centro. Come sono grandi le vie del Signore! Colui che ha guidato i nostri passi nella vita della Chiesa oggi è il nostro padre, pastore, maestro, guida indefettibile. So, che non è necessario raccomandarvi di pregare per il Papa. Avremmo pregato per qualsiasi Papa, anche se non l’avessimo mai conosciuto prima, ma quando in Lui vediamo Colui che ci ha sostenuti dal nostro nascere, la nostra preghiera diventa più calda, viva, riconoscente, incessante. Avanti, adunque, ammalati carissimi, nel nostro apostolato! Il mondo ha tanto bisogno di noi! La sofferenza, santificata dalla grazia sarà il mezzo migliore per attirare dal Cielo le più elette grazie sull’umanità.

lunedì 27 febbraio 2012

LA SOFFERENZA SENZA CRISTO

Venerabile Mons. Luigi Novarese (L’Ancora: n. 9/10 - settembre/ottobre 1970)
Per le mani di Maria, custodire in noi la presenza di Cristo Signore. Sovente si sente l'interrogativo, “so Dio c'è, perché ci devo essere il male? Perché le cose debbono andare tanto alla rovescia? Perché c'è questa tolleranza di offesa, di bestemmie, di peccati? Perché le vicende umane non sono meglio regolate?” (Paolo VI, 13X11964). Tutti perché profondi, angosciosi ed angoscianti che si agitano nel più profondo dei cuore di ogni uomo e che, evidentemente, hanno un loro significato ben preciso, quello, se non altro, di spingere l'umana ragione a cercarne la soluzione non soltanto dentro di sé corn l'aiuto della ragione, ma anche al di fuori di sé per vedere su quali realtà egli possa basarsi per una soluzione chiara e convincente. Sovente la creatura che non riesce a scoprire una soluzione ai problemi che la tormentano finisce coi cadere nella tentazione dei più tetro fatalismo, come se tutto fosse retto e governato da non si sa quale artefice crudele. Le varie teorie filosofiche di moda antica e recente, come ad esempio il razionalismo, l'illuminismo, il materialismo ed il naturalismo pur partendo da principi totalmente opposto tra loro, non soltanto dicono proprio nulla su tali problemi fondamentali ma per quanto riguarda i1 dolore o le conseguenze della malattia portano e conclusioni ed applicazioni raccapriccianti, come ad esempio la selezione razzista, l’eliminazione dei menomati, in Cina, oppure lo sfruttamento della sofferenza per un'attività politica come in Russia. Considerando la genesi, lo sviluppo e l'applicazione delle tante teorie ateistiche, facile e sicura è per lo meno una conclusione: l'uomo ha sempre preso di mira tali problemi e mai è riuscito a darne un'impostazione convincente, non avendo egli in se stesso la possibilità di vincere e superare il dolore. Certuni arrivano ad affermare che la presenza dei dolore nella vita dell'umanità ed in modo particolare la presenza dei dolore Innocente o attestano l'assenza di Dio o dicono, addirittura, la presenza di un Dio tiranno e sadico che gioisce nella visione di tanta sofferenza. Non di rado però questi pensatori così strani nel loro modo di pensare, terminano la propria esistenza con un grido di disperazione e di ricerca di quel Dio che non hanno voluto riconoscere, vedi Nietszche nel dialogo tra Zarathustra ed il vecchio mago. Tutte le suddette teorie concordano nel sostenere che l'uomo deve vivere alla giornata, senza alcun vincolo e limitazione morale perché tutto termina con la cessazione della vita. La denuncia però della propria impossibilità a risolvere un problema, non dice che Il problema non debba essere affrontato e risolto. Ben a ragione, dunque, l'umanità scossa da ammirazione per le suo scoperte e la sua potenza, agita però spesso ansiose questioni sull'attuale evoluzione dei mondo, sul posto e sul compito dell'uomo nell'universo, sul senso dei propri sforzi Individuali e collettivi, ed ancora sul fine ultimo delle cose e degli uomini”. (Chiesa nel mondo contemporaneo). E questo perché in tutti i vari sistemi filosofici che escludono un Dio creatore, perfetto, provvido e, per di più, Redentore, non danno nessunissima risposta al grande problema della sofferenza che continua ad essere aperto. E' vero che “l'uomo non sbaglia a riconoscersi superiore alle cose al di sopra di noi, Indipendentemente dalla nostra volontà e della corporali ed a considerarsi più che soltanto una particella della natura, o un elemento anonimo della città umana”. (Chiesa nel mondo contemporaneo, 14), ma riconoscendosi re del creato, dotato di una sete insaziabile di perfezione, deve, per logica conseguenza, entrare nella profondità dei proprio cuore e risalire dalle realtà visibili alle realtà invisibili ed a scrutare nelle profonde ed incancellabili linee della storia dell'umanità se Dio abbia o no allacciato un dialogo con la creatura ed abbia o no dato una risposta al tanti perché che torturano l'umana esistenza. Nella foschia, risplenda la luce del Cristo che illumina la via L'uomo che voglia risolvere da solo i propri problemi e destini finali dimostra che è una gran povera creatura che, mentre depreca il dolore e gli va magari storicamente Incontro, non soltanto resta sempre un vinto senza speranza, ma dà testimonianza, proprio con la stessa ragione che non vuole ammettere Dio. che egli ha In se stesso, sia pure non usandole rettamente, facoltà spirituali capaci di sintesi e di astrazione che animano il suo corpo e che non possono, per conseguenza, essere giudicate alla stregua delle cose che si vedono e che si toccano. Proprio, queste realtà spirituali Interiori devono convincere l'uomo a guardare verso l'alto e a ricercare, almeno in forza di un dubbio prudente, se al di fuori di lui può trovare la risposta ai tanti perché che lo assillano. L'universalità poi, di un'intima ed inestinguibile sete di continua ricerca di perfezione umana e sociale, di un Dio creatore e reggitore di ogni cosa, di una vita perenne oltre la tomba, non è ancora una prova suadente che dobbiamo allacciarci a qualcosa che deve venire dal di fuori di noi, ma che già ha le sue radici in noi e che ci renderà, quale frutto della sua scoperta, creature nuove, con possibilità Interiori nuove, tali da conseguire quanto con precisione e verità avvertiamo con tanto raccapriccio dentro di noi? Non credendo l'uomo al Messaggio di salvezza dei Cristo e non accettando la Sua parola che lo libera da qualsiasi legame e gli schiude orizzonti nuovi, “la libertà umana viene lesa in maniera assai gravemente e gli enigmi della vita e della morte, della colpa e dei dolore rimangono senza soluzione, tanto che non di rado gli uomini sprofondano nella disperazione”. (La Chiesa nel mondo contemporaneo n. 21). “In faccia alla morte l'enigma della condizione umana diventa sommo. Non solo si affligge l'uomo al pensiero dell'avvicinarsi del dolore e della dissoluzione del corpo, ma anche, ed anzi più ancora, per li timore che tutto finisce per sempre” (La Chiesa nel mondo contemporaneo n. 18). E' in realtà una constatazione di fatto e da tutti accettata che il dolore è in se stesso essenzialmente qualcosa di negativo, di antinaturale; un male che per quanto possibile va debellato, una “disperata inutilità” (Paolo VI, 27.111.1964). L'impostazione naturalistica e materialistica dell'esistenza sovente denuncia con i suoi terribili risultati, di cui le cronache sono piene, le sue falle enormi e disastrose, che portano l'uomo alla più catastrofica disperazione; con la morte si cerca di sfuggire il dolore, pensando di sprofondare nel nulla, dimentichi che la seconda componente della vita dell'uomo, l'anima, non può morire. Non possono le varie teorie filosofiche e le più stravaganti impostazioni odierne dei modo di vivere, distruggere, sminuire, o anche momentaneamente ritardare le ineluttabili e somme realtà che esistono nostra accettazione o meno; l'uomo non può condizionare Dio e Dio è l'unica realtà che veramente ci interessa. E' certamente la sofferenza una ferita alla natura umana, di cui, senza la parola di Dio non si sa nè l'origine nè il perché e quel che è peggio non si sa come curarla. Rettamente giudice l'istinto dei cuore, quando aborrisce e respinge l'idea di una totale rovina di annientamento definitivo della persona. Il germe dell'eternità che l'Uomo porta in sé irriducibile com'è alla sola materia insorge contro la morte. “Tutti i tentativi della tecnica, per quanto utilissimi non riescono a colmare le ansietà dell'uomo; il prolungamento della longevità biologica non può soddisfare quel desiderio di vita ulteriore che sta dentro invincibile nel suo cuore” (Chiesa nel mondo contemporaneo n. 18). E la Chiesa tradirebbe la sua missione se lasciasse l'uomo nella illusione che la felicità, sia pure raggiungibile, dei benessere, è sufficiente al destino al quale è rivolto la vita dell'uomo e che questa non comporta ben altre esigenze che quella che il benessere culturale ed economico moderno può soddisfare. “Tutti sappiamo come l'edonismo conduce l'uomo a fermarsi entro confini di se stesso, a non superarsi, come sarebbe suo radicale destino e perciò ad accrescere senza fine i suoi desideri, anzi a soddisfarli e livelli gradualmente inferiori alla propria statura razionale, eretta verso la misteriosa trascendenza religiosa; a cercarne l'insaziabile compimento nelle più degradanti passioni, nello smarrimento dei fini superiori, nel vizio e nella angoscia” (Paolo VI, Ceneri, 11.3.1970).
Questa sera alle 19,00 presso la nostra sede in via Perugia,44 si terrà un incontro formativo. Non manchiamo!

domenica 26 febbraio 2012

Carissimi buona domenica. Ieri come CVS di Lucera - Troia siamo stati ospiti nella parrocchia di San Francesco Antonio Fasani in Lucera (zona lucera2). Abbiamo pregato il Santo Rosario e alle 18,30 è stata celebrata la Santa Messa al termine della quale è stata recitata la preghierà per chiedere la Glorificazione del nostro Fondatore.

mercoledì 22 febbraio 2012

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA QUARESIMA 2012 «Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (Eb10,24) Fratelli e sorelle, la Quaresima ci offre ancora una volta l'opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l'aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. E' un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale. Quest’anno desidero proporre alcuni pensieri alla luce di un breve testo biblico tratto dalla Lettera agli Ebrei: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (10,24). E’ una frase inserita in una pericope dove lo scrittore sacro esorta a confidare in Gesù Cristo come sommo sacerdote, che ci ha ottenuto il perdono e l'accesso a Dio. Il frutto dell'accoglienza di Cristo è una vita dispiegata secondo le tre virtù teologali: si tratta di accostarsi al Signore «con cuore sincero nella pienezza della fede» (v. 22), di mantenere salda «la professione della nostra speranza» (v. 23) nell'attenzione costante ad esercitare insieme ai fratelli «la carità e le opere buone» (v. 24). Si afferma pure che per sostenere questa condotta evangelica è importante partecipare agli incontri liturgici e di preghiera della comunità, guardando alla meta escatologica: la comunione piena in Dio (v. 25). Mi soffermo sul versetto 24, che, in poche battute, offre un insegnamento prezioso e sempre attuale su tre aspetti della vita cristiana: l'attenzione all'altro, la reciprocità e la santità personale. 1. “Prestiamo attenzione”: la responsabilità verso il fratello. Il primo elemento è l'invito a «fare attenzione»: il verbo greco usato è katanoein,che significa osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi di una realtà. Lo troviamo nel Vangelo, quando Gesù invita i discepoli a «osservare» gli uccelli del cielo, che pur senza affannarsi sono oggetto della sollecita e premurosa Provvidenza divina (cfr Lc 12,24), e a «rendersi conto» della trave che c’è nel proprio occhio prima di guardare alla pagliuzza nell'occhio del fratello (cfr Lc 6,41). Lo troviamo anche in un altro passo della stessa Lettera agli Ebrei, come invito a «prestare attenzione a Gesù» (3,1), l'apostolo e sommo sacerdote della nostra fede. Quindi, il verbo che apre la nostra esortazione invita a fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, e ad essere attenti gli uni verso gli altri, a non mostrarsi estranei, indifferenti alla sorte dei fratelli. Spesso, invece, prevale l’atteggiamento contrario: l’indifferenza, il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la «sfera privata». Anche oggi risuona con forza la voce del Signore che chiama ognuno di noi a prendersi cura dell'altro. Anche oggi Dio ci chiede di essere «custodi» dei nostri fratelli (cfr Gen 4,9), di instaurare relazioni caratterizzate da premura reciproca, da attenzione al bene dell'altro e a tutto il suo bene. Il grande comandamento dell'amore del prossimo esige e sollecita la consapevolezza di avere una responsabilità verso chi, come me, è creatura e figlio di Dio: l’essere fratelli in umanità e, in molti casi, anche nella fede, deve portarci a vedere nell'altro un vero alter ego, amato in modo infinito dal Signore. Se coltiviamo questo sguardo di fraternità, la solidarietà, la giustizia, così come la misericordia e la compassione, scaturiranno naturalmente dal nostro cuore. Il Servo di Dio Paolo VI affermava che il mondo soffre oggi soprattutto di una mancanza di fraternità: «Il mondo è malato. Il suo male risiede meno nella dilapidazione delle risorse o nel loro accaparramento da parte di alcuni, che nella mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli» (Lett. enc. Populorum progressio [26 marzo 1967], n. 66). L’attenzione all’altro comporta desiderare per lui o per lei il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale. La cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male, mentre occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince, perché Dio è «buono e fa il bene» (Sal 119,68). Il bene è ciò che suscita, protegge e promuove la vita, la fraternità e la comunione. La responsabilità verso il prossimo significa allora volere e fare il bene dell'altro, desiderando che anch'egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello vuol dire aprire gli occhi sulle sue necessità. La Sacra Scrittura mette in guardia dal pericolo di avere il cuore indurito da una sorta di «anestesia spirituale» che rende ciechi alle sofferenze altrui. L’evangelista Luca riporta due parabole di Gesù in cui vengono indicati due esempi di questa situazione che può crearsi nel cuore dell’uomo. In quella del buon Samaritano, il sacerdote e il levita «passano oltre», con indifferenza, davanti all’uomo derubato e percosso dai briganti (cfr Lc 10,30-32), e in quella del ricco epulone, quest’uomo sazio di beni non si avvede della condizione del povero Lazzaro che muore di fame davanti alla sua porta (cfr Lc 16,19). In entrambi i casi abbiamo a che fare con il contrario del «prestare attenzione», del guardare con amore e compassione. Che cosa impedisce questo sguardo umano e amorevole verso il fratello? Sono spesso la ricchezza materiale e la sazietà, ma è anche l’anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni. Mai dobbiamo essere incapaci di «avere misericordia» verso chi soffre; mai il nostro cuore deve essere talmente assorbito dalle nostre cose e dai nostri problemi da risultare sordo al grido del povero. Invece proprio l’umiltà di cuore e l'esperienza personale della sofferenza possono rivelarsi fonte di risveglio interiore alla compassione e all'empatia: «Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione» (Pr 29,7). Si comprende così la beatitudine di «coloro che sono nel pianto» (Mt 5,4), cioè di quanti sono in grado di uscire da se stessi per commuoversi del dolore altrui. L'incontro con l'altro e l'aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine. Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli. Non così nella Chiesa dei primi tempi e nelle comunità veramente mature nella fede, in cui ci si prende a cuore non solo la salute corporale del fratello, ma anche quella della sua anima per il suo destino ultimo. Nella Sacra Scrittura leggiamo: «Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s). Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato (cfr Mt 18,15). Il verbo usato per definire la correzione fraterna - elenchein - è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male (cfr Ef 5,11). La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di «ammonire i peccatori». E’ importante recuperare questa dimensione della carità cristiana. Non bisogna tacere di fronte al male. Penso qui all’atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene. Il rimprovero cristiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recrimina-zione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello. L’apostolo Paolo afferma: «Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu» (Gal 6,1). Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità. Persino «il giusto cade sette volte» (Pr 24,16), dice la Scrittura, e noi tutti siamo deboli e manchevoli (cfr 1 Gv 1,8). E’ un grande servizio quindi aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi. 2. “Gli uni agli altri”: il dono della reciprocità. Tale «custodia» verso gli altri contrasta con una mentalità che, riducendo la vita alla sola dimensione terrena, non la considera in prospettiva escatologica e accetta qualsiasi scelta morale in nome della libertà individuale. Una società come quella attuale può diventare sorda sia alle sofferenze fisiche, sia alle esigenze spirituali e morali della vita. Non così deve essere nella comunità cristiana! L’apostolo Paolo invita a cercare ciò che porta «alla pace e alla edificazione vicendevole» (Rm 14,19), giovando al «prossimo nel bene, per edificarlo» (ibid. 15,2), senza cercare l'utile proprio «ma quello di molti, perché giungano alla salvezza» (1 Cor 10,33). Questa reciproca correzione ed esortazione, in spirito di umiltà e di carità, deve essere parte della vita della comunità cristiana. I discepoli del Signore, uniti a Cristo mediante l’Eucaristia, vivono in una comunione che li lega gli uni agli altri come membra di un solo corpo. Ciò significa che l'altro mi appartiene, la sua vita, la sua salvezza riguardano la mia vita e la mia salvezza. Tocchiamo qui un elemento molto profondo della comunione:la nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male; sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale. Nella Chiesa, corpo mistico di Cristo, si verifica tale reciprocità: la comunità non cessa di fare penitenza e di invocare perdono per i peccati dei suoi figli, ma si rallegra anche di continuo e con giubilo per le testimonianze di virtù e di carità che in essa si dispiegano. «Le varie membra abbiano cura le une delle altre»(1 Cor 12,25), afferma San Paolo, perché siamo uno stesso corpo. La carità verso i fratelli, di cui è un’espressione l'elemosina - tipica pratica quaresimale insieme con la preghiera e il digiuno - si radica in questa comune appartenenza. Anche nella preoccupazione concreta verso i più poveri ogni cristiano può esprimere la sua partecipazione all'unico corpo che è la Chiesa. Attenzione agli altri nella reciprocità è anche riconoscere il bene che il Signore compie in essi e ringraziare con loro per i prodigi di grazia che il Dio buono e onnipotente continua a operare nei suoi figli. Quando un cristiano scorge nell'altro l'azione dello Spirito Santo, non può che gioirne e dare gloria al Padre celeste (cfr Mt 5,16). 3. “Per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”: camminare insieme nella santità. Questa espressione della Lettera agli Ebrei (10,24) ci spinge a considerare la chiamata universale alla santità, il cammino costante nella vita spirituale, ad aspirare ai carismi più grandi e a una carità sempre più alta e più feconda (cfr 1 Cor 12,31-13,13). L'attenzione reciproca ha come scopo il mutuo spronarsi ad un amore effettivo sempre maggiore, «come la luce dell'alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio» (Pr 4,18), in attesa di vivere il giorno senza tramonto in Dio. Il tempo che ci è dato nella nostra vita è prezioso per scoprire e compiere le opere di bene, nell’amore di Dio. Così la Chiesa stessa cresce e si sviluppa per giungere alla piena maturità di Cristo (cfr Ef 4,13). In tale prospettiva dinamica di crescita si situa la nostra esortazione a stimolarci reciprocamente per giungere alla pienezza dell'amore e delle buone opere. Purtroppo è sempre presente la tentazione della tiepidezza, del soffocare lo Spirito, del rifiuto di «trafficare i talenti» che ci sono donati per il bene nostro e altrui (cfr Mt 25,25s). Tutti abbiamo ricevuto ricchezze spirituali o materiali utili per il compimento del piano divino, per il bene della Chiesa e per la salvezza personale (cfr Lc 12,21b; 1 Tm 6,18). I maestri spirituali ricordano che nella vita di fede chi non avanza retrocede. Cari fratelli e sorelle, accogliamo l'invito sempre attuale a tendere alla «misura alta della vita cristiana» (Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte [6 gennaio 2001], n. 31). La sapienza della Chiesa nel riconoscere e proclamare la beatitudine e la santità di taluni cristiani esemplari, ha come scopo anche di suscitare il desiderio di imitarne le virtù. San Paolo esorta: «gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Rm 12,10). Di fronte ad un mondo che esige dai cristiani una testimonianza rinnovata di amore e di fedeltà al Signore, tutti sentano l’urgenza di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone (cfr Eb 6,10). Questo richiamo è particolarmente forte nel tempo santo di preparazione alla Pasqua. Con l’augurio di una santa e feconda Quaresima, vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria e di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, 3 novembre 2011 BENEDICTUS PP. XVI

CAMMINO DI QUARESIMA CON MONSIGNOR LUIGI NOVARESE

(ogni giorno su www.luiginovarese.it) CAMMINO DI QUARESIMA CON MONSIGNOR LUIGI NOVARESE In preparazione alla Celebrazione della Beatificazione del Venerabile Servo di Dio Monsignor Luigi Novarese, desideriamo vivere i tempi liturgici forti con la sua guida, attraverso la meditazione della Parola di Dio e di una sua riflessione. MERCOLEDÌ DELLE CENERI Lettura biblica ... Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (2Cor 5,20-6,2) Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: “Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso”. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! Da Istruzione per la Quaresima 1967 Quaresima: periodo santo per il ricordo che ha dei quaranta giorni trascorsi da N.S. Gesù Cristo nel deserto in preghiera e penitenza; santo per i propositi di santità che deve suscitare in quanto la Chiesa ci invita ad un programma di santità: morire a noi stessi per vivere in Cristo proprio perché uniti dalla grazia a Cristo “siamo morti e risorti con lui”; santo perché termina con la settimana santa che ricorda gli avvenimenti più importanti della vita di Nostro signore. San Bernardo, parlando della Quaresima dice che è un periodo in cui dobbiamo agire con ogni perfezione, correggendo tutti gli errori passati. Nella Quaresima si deve agire con perfetta purità di cuore affinchè trascorsi questi giorni il nostro cammino sia più spedito e più luminoso. Per combattere con ordine dobbiamo avere una linea d’azione unica ed uguale. Se ciascuno va per il suo sentiero, dimentico degli altri, non può esserci un’azione ordinata: ogni anima che cerca la perfezione deve cercarla in un piano armonico con tutto l’ambiente in cui vive.

giovedì 16 febbraio 2012

NON DELUDIAMO LE ASPETTATIVE DELL’IMMACOLATA

Venerabile Mons. Luigi Novarese (L’Ancora: n. 2 - febbraio 1979) NON DELUDIAMO LE ASPETTATIVE DELL’IMMACOLATA Il 18 febbraio u.s. a Lourdes si è svolto l’incontro dei Direttori dei Pellegrinaggi provenienti da tutto il mondo per dare inizio all’anno centenario della morte della piccola confidente della bianca Signora di Massabielle. A chi domandava a suor Bernarda, durante la sua vita, se fosse ritornata volentieri a Lourdes, immancabilmente la prescelta dalla Vergine Santa rispondeva: “Volentieri andrei a Lourdes, ma vorrei essere come un piccolo uccello sotto una delle piante davanti alla Grotta per essere sempre con quanti lì si recano incontro alla Madonna”. A chi insistendo, faceva intravedere un’eventuale reale possibilità di recarsi ancora alla Grotta, suor Bernarda con serenità rispondeva: “ Io a Lourdes non andrò più”. Eppure quando la giovane Bernardetta, dopo aver baciato per l’ultima volta la roccia sulla quale si era posata la bianca Signora, si staccò dalla Grotta, ripeteva piangendo: “ La Grotta era il mio Paradiso”. Ed è proprio alla ricerca di quella pace che viene dal Cielo che migliaia di persone si recano., ogni anno, da ogni parte del mondo, alla Grotta di Massabielle. Ma l’Immacolata non ha soltanto infuso gioia e pace nell’animo della Bernardetta, ha fondamentalmente inciso anche, nel suo cuore, un amore forte e dinamico per le anime da conquistare a prezzo di preghiere e di penitenze. Preghiera e penitenza: pensieri dominanti nell’Immacolata perché i figli abbiano ad incontrarsi e a raggiungere il Padre, fine per cui sono stati creati; preghiera e penitenza: pensieri dominanti, rimasti incancellabili nella mente della veggente di Lourdes, quale spinta insaziabile per riscattare il maggior numero possibile di anime; preghiera e penitenza: binario che i “Volontari della Sofferenza” hanno fatto proprio per continuare il programma centrale di Bernardetta nel desiderio di rispondere come lei all’Immacolata come figli amorosi. Preghiera e penitenza: deve perciò essere il programma di ogni Diocesi, in Italia e all’Estero, ove i “ Volontari della Sofferenza “ e i “ Fratelli degli Ammalati” operano, affinché le anime non siano soffocate o appiattite dal naturalismo e dal materialismo che imperversano, ma abbiano ad interiorizzarsi sempre di più nella dinamica della carità che anima la Chiesa Locale e Universale. Papa Giovanni Paolo II, parlando il 10 febbraio u.s., nella Cappella Sistina, del messaggio di Lourdes, ha detto fra l’altro: “A Lourdes il messaggio di Maria SS.ma, trasmesso da Bernardetta, invita incessantemente le anime alla preghiera, alla penitenza, alla conversione, alla purificazione, alla gioia dell’assemblea cristiana, in una parola ad una fede più operosa. - A Lourdes tanti ammalati trovano, se non la guarigione del corpo, per lo meno un senso cristiano alle loro sofferenze, la pace dell’amore di Dio e l’accoglienza sollecita dei loro fratelli E’ questo il programma più urgente e più luminoso che l’Immacolata presenta alle anime di buona volontà affinché molte anime si abbiano a salvare secondo il disegno del piano della Redenzione. Preciso compito dei “ Volontari della Sofferenza” è quello di essere strumenti vivi della Chiesa in questo momento particolare in cui una luce radiosa di Spirito Santo scende su di Essa per opera di Giovanni Paolo Il. I " Volontari della Sofferenza” che volontariamente si uniscono a Cristo per impreziosire le proprie sofferenze e volontariamente offrono il proprio dolore all’Immacolata per i peccati che si commettono, pregano per la conversione dei peccatori, pregano per il Papa i Sacerdoti e il loro sacro ministero e conquistano i loro fratelli sofferenti a questo programma, sono nell’insegnamento di Giovanni Paolo il le creature più preziose della Chiesa. Proprio in questa generosa risposta sta l’impegno dei “ Volontari della Sofferenza” e dei “Fratelli degli Ammalati” di non deludere le aspettative dell’Immacolata.

CHE COSA ATTENDONO GLI AMMALATI DAI SACERDOTI

Mons. Luigi Novarese (L’Ancora: n. 7 - settembre/ottobre 1965 ) CHE COSA ATTENDONO GLI AMMALATI DAI SACERDOTI In questo clima di ripresa spirituale che meravigliosamente sta portando il Concilio, nell’intento di scoprire sempre di più la propria personale vocazione per un ringiovanimento totale del volto della Chiesa, tra le tante belle ed opportune considerazioni che vengono fatte in questi giorni in tutti i settori della Chiesa, penso che non sia senza frutto considerare che cosa gli ammalati attendano dai Sacerdoti. Se vogliamo indagare, sia pure senza tanto andare in profondità, su quanto possono affermare i sacerdoti e gli ammalati, abbiamo giudizi quanto mai disparati. Gli ammalati, in genere, lamentano che i sacerdoti non hanno tempo per essi: sono molto presi per il Sacro Ministero; molte volte fanno sospirare anche la Comunione e quasi sempre mancano di tempo disponibile per unire al Sacramento della Confessione una parola di direzione spirituale e di sostegno. Parecchi sacerdoti, invece, affermano che gli ammalati sono tanti, che in una parrocchia vasta è già molto che si possa portare la Comunione al primo venerdì del mese, che mancano i confratelli che coadiuvino in questo settore così assorbente di tempo e così delicato. E’ difficile fare una giusta e reale posizione uguale per tutti anche perché la posizione varia da zona a zona, da sacerdote a sacerdote, da parrocchia a parrocchia. Una linea però pare che si possa tirare, senza offendere nessuno delle due categorie e cioè, ci sono tanti zelanti sacerdoti che vivono la loro vita sacerdotale accanto ai sofferenti come altrettanto volentieri passano le loro ore accanto al Ss.mo Sacramento dell’Altare, e ci sono pure ugualmente tanti altri sacerdoti che molto assorbiti dall’attività esterna, realmente talvolta trascurano questo settore, che, nella vita parrocchiale, fra tutti, è il più delicato, il più grave e il più importante. L’affermazione assoluta di delicatezza, gravità ed importanza, non deriva dall’amore verso il settore dei sofferenti, ma per la missione stessa che gli ammalati hanno nella società; missione che costituisce una mistica presenza di Gesù Cristo, ai nostri giorni, accanto a noi, nell’atteggiamento di vittima espiatrice e propiziatrice per tutto il genere umano, nella persona dei sofferenti. CHI E’ IL MALATO. I sofferenti per natura, nella visuale della grazia sono dei ripara. tori nati, come ad esempio un sacerdote, nell’ordine gerarchico, è il e deputato » nato a tutto ciò che è sacro tra Dio e l’uomo. Gli ammalati dunque sono dei propiziatori per eccellenza, per « vocazione » —come dice il regnante Pontefice, —che attirano forza sul buoni per essere eroici nella propria vocazione, grazia di stabilità ai perfetti per non retrocedere dalle posizioni con fatica conquistate, vita ai peccatori mediante la docilità alla grazia che bussa ai loro cuori. Alla luce dei principi della redenzione, che sono norma della nostra vita e di fronte ai richiami continui e pressanti del Magistero Pontificio possiamo con tranquillità affermare che, in genere, si dà troppa poco tempo agli ammalati e quel poco che si dona si offre in forma standardizzata: quei pochi minuti di corsa che occorrono per impartire, in fretta, i sacramenti della Confessione e della Comunione. LA CURA PASTORALE Ma le esigenze degli ammalati sono ben di più. Si noti pure che tali esigenze derivano dal fatto che la loro « inequivocabile vocazione » (Paolo VI, Discorso Venerdì Santo 1965) è affiorata in un momento della loro esistenza, quando meno forse essi se l’aspettavano. Se teniamo presente che la chiamata personale, fatta da Gesù agli apostoli ed al giovane ricco ha suscitato anche dei veri choc, dobbiamo pure pensare che lo schiudersi di una vocazione ad essere il continuatore del Cristo Crocifisso, quando si era intenti a sostenere la famiglia con lavoro, oppure si stava magari raggiungendo una posizione stabile nella vita che si apriva, può anche sollevare problemi non indifferenti, magari suscitare rimpianti, dolori e reazioni. Nel caso dell’ammalato, poi, l’invito di Dio non si limita a lasciare ciò che si ha ma a dare la propria esistenza per l’umanità sull’esempio del Cristo Crocifisso. Accanto a queste necessità di sostenere ed aiutare a scoprire i segni di Dio, si tratta inoltre di formare e tenere il soggetto all’altezza del proprio compito soprannaturale. Se noi sani, mutiamo umore tante volte anche nel corso di una sola giornata, che cosa non sarà mai di un sofferente che può essere afflitto per tantissimi motivi: l’immobilità, la posizione scomoda e dolorosa di un arto che non può muovere, il lavoro che non può più svolgere, le preoccupazioni familiari, la stanchezza dell’ambiente sempre uguale e sempre saturo degli stessi volti, il dover sempre dipendere da tutti anche nelle cose più delicate ed intime e poi il giorno che muta, le tentazioni che soffiano, le malattie che incidono sull’organismo con le loro relative conseguenze? E dinanzi a tale quadro potremo pensare che sia sufficiente un saltuario e rapido intervento sacramentario? E’ vero che il Signore opera direttamente attraverso i Sacramenti e che Gesù resta nel cuore di chi lo riceve e che lo Spirito Santo è il Santificatore delle animo, ma se sopprimiamo i mezzi ordinari, il sale della terra che deve condire e la luce che deve illuminare », siamo direttamente in opposizione con ciò che afferma S. Paolo, proprio circa la missione del Sacerdote, il quale è e costituito per gli uomini in tutto ciò che ha rapporto con Dio e precisamente: 1) per offrire doni e sacrifici per i peccati; 2) per compatire coloro che non sanno che sbagliano. Affinché poi il Sacerdote abbia ben chiari i limiti della natura umana e non si meravigli delle tante necessità ed infermità di cui le creature possono essere rivestite, egli pure aggiunge, S. Paolo, “ è circondato di molte infermità ”. DIREZIONE SPIRITUALE L’ammalato dunque deve essere delicatamente e con sapienza soprannaturale sostenuto nella sua formazione in vista della nuova missione, che egli viene ad avere nell’ambito del Corpo Mistico. Questa missione, diciamolo pure, con chiarezza, grandemente si avvicina e si unisce a quella del Sacerdote e questo, non soltanto per la socialità dell’offerta, ma per la “ mistica Messa ,, che l’ammalato continuamente celebra mediante l’offerta del proprio dolore (Paolo VI ai sacerdoti malati - 1965) e per il potenziamento che egli direttamente dà a tutto il ministero sacerdotale. Il sacerdote, infatti, è intimamente unito al Calvario e trae la propria ricchezza dall’Autore della grazia, Gesù Cristo, ricevendo noi tutti dalla Sua pienezza. Gli ammalati hanno per compito di continuare e completare la Passione di Cristo attraverso i secoli (S. Paolo, Col. XII, 12) per cui essi col loro dolore santificato dalla grazia non soltanto direttamente potenziano la Passione di Gesù che va con tanta sovrabbondante grazia a tutto il Corpo Mistico, ma validamente sostengono la stessa attività sacerdotale. In altre parole i sacerdoti svolgeranno meglio il proprio apostolato, saranno più fruttuosi nei loro interventi in proporzione della preghiera e del sacrificio da cui essi saranno sostenuti. Ecco perché Pio XII ha detto: « I Sacerdoti si stupiranno talvolta di non rimanere nei travagli dei loro ardui ministeri con le mani vuote: in cielo vedranno a chi si doveva la imprevista efficacia delle loro parole ». Con queste brevissime considerazioni possiamo già dare una rapida valutazione dei danni enormi che provengono alle anime, alla Chiesa, alla società, agli stessi sacerdoti per la trascuratezza con cui tenta volte si lasciano gli ammalati. L’affermazione che c’è tanto da fare, che si è obbligati a seguire tante diverse forme di apostolato, per cui viene meno la possibilità di una adeguata assistenza ai sofferenti, è indice di non avere chiari i valori ed i problemi che devono realmente assorbire. Con ciò non si vuol dire che bisogna trascurare le diverse forme di attività parrocchiale per seguire soltanto gli ammalati, bensì che se si vuole ottenere efficacia e proporzione di sviluppo di un piano apostolico, affidato ad ogni cuore sacerdotale, occorre anche dare il tempo necessario ai sofferenti perché e di essi la società ha bisogno » (Paolo VI, Venerdì Santo, 1964).

venerdì 10 febbraio 2012

Amici carissimi, pubblichiamo anche sul nostro blog, un banner e la foto di Mons. Novarese che porteremo in ogni parrocchia dove presen
teremo l'iniziativa: Sui passi del Venerabile Luigi Novarese".

giovedì 9 febbraio 2012

QUESTIONI DI PECORE

Leggiamo cosa ci dice don LucianoRuga (foto) Moderatore Generale dei Silenziosi Operai della Croce da "Editoriale" - Rivista "L'Ancora" n. 02 - 2012 Alla porta del re potente si avvicina chi può. Attraverso la porta del re amante, entrano tutti. Ogni manifestazione tende a suscitare una risposta analoga. Chi ostenta potere, tende a suscitare il medesimo atteggiamento nei propri interlocutori. Anche la persona più debole e misera, avvicinandosi al re potente, cerca di ricevere il potere: ottenere favori, risorse che non possiede, elargizioni. Al tempio potente dell’antico Israele ci si recava con le debite osservanze e purificazioni. Nel luogo più santo entravano solamente i sacerdoti. Vi era molta distanza tra il popolo e Dio. Certamente non sono mancati coloro che hanno occupato questo spazio, prosperando nei loro interessi personali. Gesù testimonia l’immagine di Dio come di un re totalmente differente, che non manifesta potere ma amore. Anche in questo caso la risposta che viene suscitata nel popolo è analoga a quanto offerto. Il dono d’amore suscita risposte di amore. La persona debole e misera, che si accosta al re amante, riceve un dono impegnativo. Non avrà accolto pienamente quanto le è stato offerto, fino a quando lei stessa non sarà capace di donare agli altri. Il re amante non ha un tempio, né vi sono riti e prescrizioni per guadagnarsi l’incontro con lui. Il Vangelo di Giovanni presenta, al capitolo 10, delle immagini particolarmente efficaci per far comprendere il Dio cristiano. Per parlarci dell’amore infinito del Padre, Gesù sceglie esempi dalla pastorizia e paragona se stesso alla porta dell’ovile (v. 7-10) e al pastore delle pecore (v. 11-18). Attraverso la porta tutte le pecore possono entrare e uscire e trovare pascolo, nutrimento, vita. Seguendo il pastore il gregge è libero di accedere alla vita. Di più: entra in comunione di vita con il pastore. Gesù, infatti, è la vita stessa e le immagini del vangelo di Giovanni descrivono la nostra partecipazione alla vita di Gesù, a quello stesso amore che è suo e del Padre, nello Spirito Santo. Gesù presenta se stesso come unica porta e unico pastore. Non vi altro ingresso al recinto delle pecore. Chi vi giunge da altre parti non ricerca il bene del gregge: è “ladro o brigante”. Non vi è altro pastore che condivida con il gregge la pienezza della vita. Chi vuole condurre le pecore per interesse proprio è un mercenario. Considera soltanto il proprio guadagno, i soldi che riceverà. Davanti al pericolo il mercenario fugge, perché non ha interesse per le pecore. Il pastore invece da la vita per il gregge. Non solo cura la vita del gregge, conducendolo al pascolo e custodendolo. Fa molto di più: ama, fino a donare la sua vita per il gregge. Per questo l’insegnamento di Gesù è liberante, perché sottrae il gregge alla paura di perdere la vita. Vita derubata dalle limitazioni, dal senso di colpa, dalle temute inosservanze. Vita definitivamente perduta nel momento della morte, giudicati da un re potente e severo. Dal recinto dove il popolo era stato rinchiuso dall’autorità religiosa di quel tempo (e di ogni tempo), Gesù conduce il popolo verso pascoli sconfinati ed erbosi, nella libertà. Non costituisce un’altra istituzione, parallela e comunque schiavizzante. Non si tratta di un cambio di recinto. Non si passa dalla corte di un re potente a quella di un re ancor più potente. Si entra nella porta del Regno di Dio amante della vita. Si impara ad amare come lui, ogni giorno, in ogni situazione. LucianoRuga da "Editoriale" - Rivista "L'Ancora" n. 02 - 2012